Economia e Spiritualità, anche Scandicci tra le sedi del Festival

Il 28 novembre il rabbino Gadi Piperno, l'imam Izzedin Elzir e don Giovanni Momigli dialogano su "Le religioni e il culto dell'economia"

C'è anche il Comune di Scandicci, insieme a Lucca, Prato, Capannori e Pescia, tra le amministrazioni che aderiscono alla IX edizione del Festival Economia e Spiritualità, dal titolo "Il capitalismo come religione", promosso da "Ricostruire la vita" e da "Incontri al Teatro di Verzura". L'iniziativa è realizzata con il contributo di Cso. La città ospiterà gli eventi del 28 novembre e del 29 novembre. Giovedì 28 la lezione "Simone Weil Lecture. Ora et labora, l'anima della società e della cultura europea", alle 18 presso la saletta Cna via 78esimo Reggimento Lupi di Toscana. Alle 21,15 dialogo su "Le religioni e il culto dell'economia", con il rabbino capo di Firenze Gadi Piperno, l'imam Izzedin Elzir, e don Giovanni Momigli, direttore dell'Ufficio diocesano Problemi sociali e lavoro, presso la sala consiliare Orazio Barbieri in piazzale della Resistenza. Il 29, sempre in sala consiliare Orazio Barbieri, ore 21, "Il vero lusso è la povertà" (La Ghigliottina, Brunori Sas 2024), conversazione artistica sull'ostilità alla povertà, con Emiliano Toso (biologo molecolare e musicista) e Massimiliano Bardotti (poeta). 

"Vi invitiamo - spiegano gli organizzatori - a ricerche, riflessioni, dialoghi e momenti artistici in un festival che insiste sul collegamento, sul tra, economia e spiritualità, due ambiti che per abitudine e prassi storica abbiamo divaricato, reso terre straniere. Vi è invece una sacralità nella loro messa insieme, nell’unione di una propensione al bene comune. La nona edizione sarà incentrata su un tema che pensiamo decisivo: Capitalismo come religione". Un argomento nato da una intuizione del professor Luigino Bruni che esprime con forza e competenza quanto segue: "Il capitalismo, sul crepuscolo degli dèi tradizionali, è di fatto diventato la sola vera religione popolare del XXI secolo. La forza culturale del capitalismo sta proprio nel suo essere una esperienza globale, un culto, una cultura onnicomprensiva e avvolgente. È nella sua dimensione di sola prassi quotidiana che il capitalismo trae la sua forza, perché crea e rafforza la sua cultura alimentandosi nel culto quotidiano di miliardi di persone. Ma da tutto ciò deriva anche una conseguenza molto interessante: per superare la religione/idolatria capitalistica oggi occorrono nuove prassi, nuove esperienze. Non basta scrivere libri e articoli, non è sufficiente costruire teorie, perché anche la nuova cultura economica (che in tanti vogliamo più umana, più inclusiva, circolare) nascerà dalla prassi e dal pane quotidiano".

Questi i componenti del comitato scientifico del Festival: Luigi Bruni (economista Università Lumsa di Roma); Mario Biggeri (economista Università di Firenze); padre Guidalberto Bormolini (antropologo e studioso di spiritualità), Luigi De Vecchi (finanza, Università Luiss di Roma); Giulio Guarini (economista, Università della Tuscia); Francesco Poggi (economista, Università di Pisa); Roberta Rocelli (ricercatrice e produttrice culturale). 

 

Ultimo aggiornamento: Mar, 26/11/2024 - 10:39