Con l’aggiudicazione del servizio fino al 2025 novità migliorative rispetto a quanto fissato dai nuovi Cam ministeriali (Criteri ambientali minimi).
Sempre più cibi bio, a filiera corta e da agricoltura sociale nelle mense scolastiche di Scandicci, dove saranno serviti anche pane e prodotti da forno preparati con farine di grani antichi. Con il rinnovo dell’appalto del servizio di refezione nelle scuola cittadine a Cirfood Società cooperativa (fino ad agosto 2025, per un importo di 6.773.603,46 euro iva inclusa) da questo settembre sono biologici i seguenti alimenti: uova, latte, yogurt, carne omogeneizzata per i nidi, succhi e nettari di frutta che in ogni caso non avranno zuccheri aggiunti, il 50 percento di frutta, ortaggi, legumi, cereali e carne bovina, il 40 percento dell’olio extravergine d’oliva, il 33 percento di pelati, polpa e passata di pomodoro, il 30 percento di salumi e formaggi; oltre a questi prodotti già fissati dal bando nel rispetto dei nuovi Cam (Criteri ambientali minimi) del Ministero dell’Ambiente, con il nuovo appalto il gestore aggiudicatario si impegna anche alla fornitura aggiuntiva dei seguenti prodotti igp, dop e biologici rispetto a quanto previsto dal bando e dalla normativa: arance dop, uva igp, clementine igp, orzo perlato bio, farro perlato bio, fagioli cannellini bio, ceci secchi bio, lenticchie secche bio.
Per quanto riguarda i prodotti di filiera corta, il gestore Cirfood Sc si impegna a fornire il 100% di frutta, di verdura, di prodotti lattiero caseari e di carne bovina e avicola disponibili da coltivazioni o allevamenti entro i 200 km di distanza da Scandicci (nel caso di frutta non coltivabile in questo raggio di distanza, come ad esempio banane e agrumi, la fornitura avviene attraverso piattaforme distributive a meno di 200 km).
Prodotti biologici come patate, zucche, meloni, cavoli, zucchine, caciotte, ricotta e stracchino sono infine prodotti in aziende toscane che praticano l’agricoltura sociale.
Già nel bando per il nuovo appalto era fissato l’obbligo del rispetto dei nuovi Cam per la ristorazione pubblica, con il 50% di biologico (era il 40% fino allo scorso anno) e sempre più filiera corta, con gli obiettivi anche di abbattere gli sprechi e creare una maggior simbiosi tra mensa e territorio.
Più nello specifico tra gli obiettivi dei Cam c’è il sostegno ai modelli produttivi agricoli e di allevamento migliori sotto il profilo ambientale (e con essi alle economie locali e ai piccoli produttori), la salvaguardia della biodiversità delle specie ittiche, la promozione di una dieta a minor consumo di proteine animali, la prevenzione e la riduzione delle eccedenze alimentari, il contenimento dei consumi energetici, verifiche più rigorose di conformità del servizio, la diffusione di una cultura attenta alla salute dei bambini e dell’ambiente.
Il capitolato per l’appalto era stato redatto anche sulla base dei criteri indicati nel Decreto ministeriale del Ministero della Salute de 28 ottobre 2021, “Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica”, in cui viene sottolineato il ruolo della ristorazione collettiva che, pur dovendo rispettare i gusti e le aspettative degli utenti, ha come obiettivo primario il miglioramento dello stato di salute della popolazione.
I partecipanti alla procedura di appalto hanno potuto competere solo in base a criteri qualitativi; il valore del pasto per le primarie infatti non può essere inferiore a 4,90 euro, ma grazie alla contribuzione del Comune saranno mantenute le agevolazioni in base a Isee e numero figli.
Ricordiamo, tra le novità con il nuovo appalto, anche l’introduzione della merenda per le scuole d’infanzia.