“Se entro il prossimo agosto non ci sarà giudizio scadrà la possibilità per la giustizia spagnola di rinnovare la misura di custodia cautelare nei confronti di chi è imputato con l’accusa di omicidio”, ha scritto il Sindaco Fallani ai Ministri Di Maio e Bonafede.
Il Sindaco Sandro Fallani, con una lettera inviata ai Ministri degli Affari Esteri Luigi Di Maio e della Giustizia Alfonso Bonafede, si unisce all’appello della famiglia di Niccolò Ciatti, il giovane ucciso in una discoteca spagnola nell’agosto del 2017: “Promuoviamo una sollecitazione da parte di tutte le istituzioni italiane affinché il tribunale emetta una sentenza prima dello scadere del quarto anno dagli arresti dei sospettati – ha scritto il primo cittadino di Scandicci - Quattro anni in attesa di giustizia sono troppi, in questo caso particolare e in linea di principio generale”. Se entro agosto non ci sarà giudizio scadrà la possibilità per la giustizia spagnola di rinnovare la misura di custodia cautelare nei confronti degli imputati. “La famiglia Ciatti ha affrontato il dolore indescrivibile della perdita di un figlio con estrema dignità e con un senso di responsabilità esemplare; le persone più care a Niccolò hanno sempre chiesto giustizia, mai vendetta, niente potrebbe giustificare il mancato rispetto di questo loro diritto”.
Di seguito il testo completo della lettera.
Egregi Ministri,
come Sindaco di Scandicci mi unisco all’appello della famiglia Ciatti nel chiedere giustizia per la morte del figlio Niccolò, ucciso in una discoteca in Spagna nell’agosto 2017: se entro il prossimo agosto non ci sarà giudizio, infatti, scadrà la possibilità per la giustizia spagnola di rinnovare la misura di custodia cautelare nei confronti di chi è imputato con l’accusa di omicidio, che così potrebbe avere la possibilità di rendersi irreperibile.
Non siamo a chiedere che la custodia preventiva venga prolungata, promuoviamo invece una sollecitazione da parte di tutte le istituzioni italiane affinché il tribunale emetta una sentenza prima dello scadere del quarto anno dagli arresti dei sospettati.
Quattro anni in attesa di giustizia sono troppi, in questo caso particolare e in linea di principio generale.
La famiglia Ciatti ha affrontato il dolore indescrivibile della perdita di un figlio con estrema dignità, con un senso di responsabilità esemplare, e in occasioni importanti anche con atti dì generoso coraggio nei confronti delle nostre comunità: i genitori, la sorella e tutte le persone più care a Niccolò hanno sempre chiesto giustizia, mai vendetta, e niente potrebbe giustificare il mancato rispetto di questo loro diritto, neanche la straordinarietà della situazione che accomuna in questi mesi i paesi europei e del mondo. La famiglia e gli affetti hanno finalmente bisogno di vedere riconosciute le responsabilità per poter tornare in qualche modo ad una vita più serena, anche se nessuno potrà render loro la possibilità di abbracciare Niccolò; al loro fianco hanno tutta la comunità di Scandicci, la Città Metropolitana di Firenze, l’Italia intera, oltre alla città di Lloret de Mar che rappresenta Firenze e Scandicci nel processo.
Questa è anche l’occasione per ribadire come, nel rispetto di tutte le garanzie, stati di diritto democratici come quelli europei debbano assicurare ai cittadini processi brevi e pene certe: è la cosa giusta da fare nei confronti delle vittime, come nel caso Ciatti, ed è giusto al tempo stesso in un contesto di diritti civili per chi è sotto processo ed è in attesa di giudizio.
Ringrazio fin da ora per il Vostro interessamento.
Cordiali Saluti
Il Sindaco di Scandicci
Sandro Fallani