La rassegna presenta ospiti del mondo della cultura e dello spettacolo che parlano del libro che ha cambiato le loro vite; dieci appuntamenti fino al prossimo 28.4, alle 11 di domenica mattina nell’Auditorium Centro Rogers (piazza Resistenza).
Domenica 26 novembre 2023 alle 11 nell’Auditorium Centro Rogers di Scandicci (piazza Resistenza, fermata tramvia Resistenza), Davide Cerullo parla di “Più viva che mai” di Christian Bobin per il primo appuntamento del Libro della Vita. La rassegna, nella quale ospiti del mondo della cultura e dello spettacolo parlano del libro che ha cambiato le loro vite, è giunta quest’anno alla X edizione, dedicata alla memoria di Sergio Staino.
Questa la lista degli ospiti della X edizione: si apre con Davide Cerullo, scrittore, fotografo, educatore ex spacciatore affiliato alla camorra, rinato attraverso la letteratura e la poesia; Agnese Pini, gli storici Isabella Insolvibile e Claudio Vercelli, gli scrittori Marcello Fois e Diego de Silva, Susanna Camusso, Federico Maria Sardelli, la Pm scrittrice Christine Von Borries e la giornalista Annalisa Cuzzocrea.
La rassegna, che si tiene come di consueto nell’Auditorium del Centro Rogers di Scandicci, si afferma come un importante appuntamento culturale metropolitano incentrato sulla lettura e viene realizzata dal Comune di Scandicci con il contributo di Regione Toscana ed il patrocinio di Città Metropolitana e in partnership con UniCoop Firenze. La rassegna è condotta da Raffaele Palumbo.
L’edizione che si apre il 26 novembre 2023 è dedicata alla memoria di Sergio Staino. “Abbiamo deciso di dedicare questa decima edizione de Il libro della Vita alla memoria del nostro 'primo cittadino' di fatto, Sergio Staino – dice l’assessora alla Cultura Claudia Sereni - per ricordare la sua straordinaria presenza nella vita culturale del nostro territorio e per l'amore che ha sempre dimostrato per la nostra comunità. Sergio è stato un artista che ha fatto la storia politica e culturale del nostro Paese e ha sempre saputo tenere insieme in maniera formidabile la dimensione nazionale con quella locale, dando a entrambe pari dignità. Avremmo voluto tanto averlo vicino a noi in questa decima edizione e dedicarla a lui ci aiuterà a sentirlo ancora più vicino e sempre con noi”.
Con il riconoscimento di "Città che legge" assegnato dal Centro per il libro e la lettura, il Comune di Scandicci dimostra il suo costante impegno nella promozione della lettura come valore condiviso.
Il Comune di Scandicci, impegnato a superare le barriere e ad ampliare l'accesso ai contenuti culturali, offre la traduzione simultanea in Lingua dei Segni Italiana (LIS) per alcuni degli incontri, in collaborazione con l'Associazione Comunico.
Tutti gli eventi sono trasmessi in diretta video sui canali social del comune di Scandicci.
Domenica 26 novembre 2023, ore 11.00
Davide Cerullo
parla di
Più viva che mai
di Christian Bobin
Davide Cerullo nasce a Scampia nel 1974.Dopo aver trascorso la sua giovane età nella delinquenza, fra spaccio e camorra, decide di cambiare vita e di dedicarsi all’arte e all’educazione, in particolar modo per i ragazzi dei quartieri popolari di Napoli.
A Scampia ha creato l'Albero delle Storie, spazio aperto dedicato ai bambini del quartiere Ha pubblicato vari libri, spesso incentrati sulla realtà del quartiere. Per ultimo «L’orrore e la bellezza- Storia di una storia», la sua biografia.
Christian Bobin, nato nel 1951 a Le Creusot, città della Francia centro-orientale, è stato uno dei più importanti scrittori della letteratura francese contemporanea. Conosciuto e apprezzato per la sua scrittura intensa e poetica che riconduce il lettore agli aspetti fondanti dell’esistenza. Le sue opere, tradotte in numerose lingue, annullano i confini tra prosa e poesia, narrazione e contemplazione. E’ morto a Le Creusot il 24 novembre 2022. Vincitore di numerosi premi letterari, è noto – come recita la motivazione per il Prix de l’Academie Française 2016 – per essere “l’autore di una lettera senza fine, dal panteismo tranquillo, dove le confidenze si susseguono agli aforismi, lungo il passare degli incontri e delle perdite. Da anni, i suoi lettori sono stati catturati dal fascino inebriante della sua ‘letteratura meditativa’”.
Più viva che mai
“A Ghislaine Marion, che col suo sorriso ha sciolto le intricate vie dell’inchiostro“.
Questa è la dedica che appare su Francesco e l’infinitamente piccolo, uno dei libri più intensi di Bobin. È il 1992 e Ghislaine, amica dello scrittore francese, riceve da lui un omaggio decisamente speciale. Solo pochi anni più tardi, esattamente il 12 agosto 1995, Ghislaine muore per via di un aneurisma al cervello. Ha 44 anni e tre figli. La plus que vive, tradotto in Italia con Più viva che mai. Una storia d’amore dura per sempre è un nuovo, estremo, lancinante omaggio dello scrittore alla sua amica Ghislaine. Forse un po’ di più: è l’ennesima dichiarazione d’amore da un uomo a una donna. Un’opera che sembra ricondurre il lettore nei territori dell’amor cortese, un canto delicato e romantico di un cavaliere per la sua amata scomparsa. “L’autunno e l’inverno successivi alla tua morte li ho spesi a dissodare per te questo piccolo giardino d’inchiostro. Per entrarvi due porte – un canto e una storia. La offro ai tuoi figli, i tuoi uccelli del paradiso, le tue tre vite eterne: Gäel, Hélène, Clémence. Li invito a calpestare la terra di questo libro, per impadronirsi d’una luce che non è di nessuno e di cui fosti la serva esemplare“.
Domenica 17 dicembre 2023, ore 11.00
Agnese Pini
parla di
La vita di Gesù
di Ernest Renan
Agnese Pini è una giornalista italiana, dal 1° agosto 2019 direttrice del quotidiano fiorentino La Nazione. Da luglio 2022 è direttrice dei quotidiani editi dal gruppo Monrif: oltre alla Nazione, anche Il Giorno, Il Resto del Carlino, Il Telegrafo e Quotidiano Nazionale. Il 27 luglio 2021 la rivista Forbes Italia la inserisce fra le 100 donne italiane di successo dell'anno. A dicembre è stata nominata “Comunicatrice toscana 2021”
Joseph Ernest Renan (1823 – 1892) è stato un filosofo, filologo, storico delle religioni e scrittore francese. Famoso per la sua definizione di nazione data nel suo discorso Qu’est-ce qu’une nation? ma anche per i suoi contributi in storia delle religioni, soprattutto in quanto autore della popolare Vie de Jésus (Vita di Gesù), primo volume dell’Histoire des Origines du Christianisme. Egli pur difendendo l’esistenza storica di Cristo, ne nega la divinità e riconosce al suo insegnamento un semplice valore esemplare. Teorico dell’arianesimo, affermò il primato della “razza indo-europea”, celebrando l’eccezionalità degli ebrei come nucleo etnico parte delle “grandi razze civilizzate”. Nei suoi ultimi anni ricevette numerose onorificenze, e venne fatto amministratore del Collège de France e Grande Ufficiale della Legione d’Onore. Due volumi della Storia di Israele, la corrispondenza con la sorella Henriette, le sue Lettere a M. Berthelot, e la Storia della Politica Religiosa di Filippo il Bello, scritta negli anni immediatamente precedenti al suo matrimonio, apparvero negli ultimi otto anni del XIX secolo. Ernest Renan morì nel 1892 e fu seppellito nel Cimitero di Montmartre a Parigi.
Vita di Gesù
Alla sua pubblicazione nel 1863 in Francia questa Vita di Gesù suscitò accese discussioni, scalpore e scandalo fino al punto di costare al suo autore la perdita della cattedra universitaria al Collège de France. La tesi sostenuta, rivoluzionaria ed “eretica” per l’epoca, era quella di considerare la figura di Gesù come un personaggio storico e sotto una luce umana e terrena. L’autore esamina pertanto la nascita, la predicazione e la morte del Cristo con lo sguardo, sempre partecipe e appassionato, dello storico e del filologo attento ai fatti e alle fonti. Concepita come parte centrale di una più ampia e successiva Storia delle origini del Cristianesimo, la Vita di Gesù conobbe un grandissimo successo di pubblico diffondendo in pochi mesi sessantamila copie e superando nelle vendite persino Madame Bovary.
Domenica 21 gennaio 2024, ore 11.00
Claudio Vercelli
parla di
In quelle tenebre
di Gitta Sereny
Claudio Vercelli è storico contemporaneista e pubblicista. Ha svolto attività didattica all’Università Cattolica di Milano e attività di ricerca presso l’Istituto di Studi Storici “G. Salvemini” e il Centro Studi “Piero Gobetti” di Torino. Attualmente insegna, tra gli altri, presso la Limes-SSL, Istituto universitario per mediatori linguistici di Milano. Si occupa di storia del Novecento e delle culture politiche, con particolare riguardo alla Shoah e alla deportazione. Tra le sue ultime pubblicazioni si segnalano: Israele. Una storia in 10 quadri, Laterza, 2022; Neofascismo in grigio. La destra radicale tra l'Italia e l'Europa, Einaudi, 2021; Frontiere contese a Nord Est. L'Alto Adriatico. le foibe e l'esodo giuliano-dalmata, Edizioni del Capricorno, 2020; Storia del conflitto israelo-palestinese, nuova ediz. Laterza, 2020; L'anno fatale. 1919: da Piazza San Sepolcro a Fiume, Edizioni del Capricorno, 2019; Soldati. Storia dell'esercito italiano, Laterza, 2019; Israele: 70 anni. Nascita di una nazione, Edizioni del Capricorno, 2018; Neofascismi, Edizioni del Capricorno, 2018; Il negazionismo. Storia di una menzogna, Laterza, 2013. Per l’anno in corso pubblicherà presso l’editore Carocci di Roma una Storia del sionismo.
Gitta Serenity
Gitta Sereny, di origini ungheresi, è nata a Vienna nel 1923. E' cresciuta in Austria, assistendo agli eventi più importanti della seconda metà del secolo scorso. Giornalista e scrittrice, visse a Londra, dove è stata per molti anni inviata di punta del Sunday Times. La sua vita si è intrecciata strettamente con la Germania e le sue tragedie. A Vienna nei giorni dell'Anschluss, a Parigi durante l'occupazione nazista, è stata testimone diretta dei maggiori fatti storici europei e ha dedicato gran parte della propria vita a riflettere sulle responsabilità della Germania e sui sentimenti dei tedeschi nei riguardi del loro passato. Oltre ai suoi celebri e sofferti libri, a cavallo tra storia e cronaca, tra cui ricordiamo In quelle tenebre su Franz Stangl, il boia di Treblinka e In lotta con la verità, la biografia di Albert Speer, Gitta Sereny ha collaborato a numerose testate internazionali tra cui la New York Review of Books e il Nouvel Observateur. La scrittrice è scomparsa nel giugno del 2012.
In quelle tenebre
Le tenebre a cui ci introduce questo libro sono quelle che circondano gli uomini a cui fu affidato lo sterminio degli ebrei. Al centro di esse è la figura di Franz Stangl, oscuro poliziotto austriaco che, attraverso una carriera ‘normale’ e agghiacciante, divenne capo del campo di Treblinka, in Polonia, dove più di un milione di persone trovò la morte. Gitta Sereny ebbe con lui una lunga serie di colloqui nel 1971, nel carcere di Düsseldorf. All’inizio, sospettoso, poi sempre più aperto nel ricordare la sua vita, Stangl disegna già con le sue risposte un profilo incancellabile di sordido ‘uomo d’ordine’, obbediente a un’etica del «lavoro ben fatto», coinvolto passo per passo, prima nel cosiddetto «programma di eutanasia», infine nella messa in atto del genocidio degli ebrei. Ma non è solo una nuova immagine della insondabile ‘mediocrità del male’, contrassegno del nostro tempo, quella che Stangl ci fa apparire: con lo stesso puntiglio che aveva dedicato anni prima a eseguire, in uniforme bianca da cavallerizzo, ciò che riteneva suo «dovere», Stangl dà qui concretezza all’orrore: forse mai come nella sua descrizione di Treblinka è apparso con tale evidenza il funzionamento della macchina infernale dei campi di sterminio.
Domenica 04 febbraio 2024, ore 11.00
Marcello Fois
parla di
Marianna Sirca
di Grazia Deledda
Scrittore italiano, nasce a Nuoro nel 1960. Dopo gli studi in Italianistica all’Università di Bologna, nel 1992 inizia la sua produzione con Ferro recente (scritto tre anni prima) e Picta, libro con il quale vince il Premio Italo Calvino. Come scrittore, nei suoi lavori emerge l’aderenza al genere noir, spesso inserito nel contesto regionale sardo. Cofondatore del Festival letterario di Gavoi (insieme a G. Angioni, G. Todde e M. Murgia), Fois è anche sceneggiatore (televisivo, cinematografico e teatrale) e negli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti: fra gli altri si ricordano il Premio Super Grinzane Cavour per la narrativa italiana e il premio Volponi con Memoria del vuoto (2006). Nel 2012 è stato tra i finalisti del Premio Campiello con Nel tempo di mezzo
Grazia Deledda
Scrittrice italiana (1871 - 1936). Scrittrice intensa e feconda, la sua fama si diffuse anche all'estero; nel 196 le fu conferito il premio Nobel per la letteratura. La sua narrativa muove dal verismo a fondo regionale e folcloristico: cronache e leggende paesane, storie di passioni elementari e di esseri primitivi; ma a un mondo del peccato e del male, sentito come fatalità, e rappresentato con cupi accenti, si accompagnano o piuttosto si contrappongono un'ansia di liberazione e di riscatto, un estroso e romantico senso della vita, che trovano espressione soprattutto nella leggerezza idillica e trasognata del paesaggio.
Marianna Sirca
Primo dei romanzi di una trilogia che comprende L’incendio nell’oliveto e La madre, narra l’amore tra Marianna Sirca, giovane di umili origini divenuta ricca dopo aver ereditato le fortune dello zio, e Simone Sole, bandito e ricercato. Marianna rifiuta di obbedire alle leggi della sua terra che le impediscono di sposare un uomo di rango inferiore e decide di combattere per affermare la sua libertà. Un rapporto d’amore burrascoso, avventato e avversato che sfocia nell’incomprensione e scivola nella tragedia, quello tra Marianna Sirca e il suo Simone, ambientato tra i monti e i boschi aspri e selvaggi di una Sardegna arcaica e profondamente imbevuta dei valori religiosi e della cultura della società contadina. Un finale malinconico. Sono presenti e vivi i temi tipici della scrittrice sarda, ovvero quelli relativi al destino, alla sopraffazione, al dolore, alla morte, alla solitudine, e all’aspirazione alla felicità . Con Marianna Sirca Grazia Deledda conferma le sue doti narrative raccontando una storia che brucia di passioni, che anela gioia, che spezza le catene del pregiudizio verso certa umanità, che tratta di un territorio ruvido, difficile e percorso da forti contrasti, di pennellate cromatiche intense, di sensazioni olfattivi molto forti che si confondono con gli struggimenti emotivi e gli immancabili colpi di coda del fato.
Domenica 18 febbraio 2024, ore 11.00
Isabella Insolvibile
parla di
La Storia
di Elsa Morante
Isabella Insolvibile è professoressa associata di Storia contemporanea presso l’Università telematica Mercatorum. Si occupa di storia militare e in particolare di Resistenza, prigionia e crimini di guerra. Collabora con la Fondazione Museo della Shoah ed è membro del comitato scientifico della trasmissione “Passato e Presente” (Rai 3-Rai Storia). Per Rai Cultura è esperta e conduttrice di documentari concernenti gli anniversari e le date cardine del calendario civile.
È autrice di monografie e saggi, tra i quali La prigionia alleata in Italia, 1940-1943, Roma, Viella, 2023; Cefalonia. Il processo, la storia, i documenti, Roma, Viella, 2017 (con M. De Paolis); Wops. I prigionieri italiani in Gran Bretagna (1941-46), Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012; Kos 1943-1948. La strage, la storia, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2010.
Elsa Morante
Scrittrice italiana (1912 - 1985). Assai presto si rese indipendente con collaborazioni a giornali e riviste, allontanandosi da una complicata situazione familiare. Visse a lungo con A. Moravia, che aveva conosciuto nel 1936 e sposato nel 1941 (se ne separò definitivamente nel 1962). Un naturale talento di affabulazione, che si rivelò fin dalle giovanili collaborazioni al Corriere dei piccoli e dai racconti per ragazzi fu il tratto più peculiare della sua personalità, forse non solo letteraria. Esplicitamente dichiarata nei primi racconti, questa centralità della fantasticheria, che da strumento diviene ragion d'essere, valore da difendere e discrimine decisivo tra la sua narrativa e il mondo, ispirò le opere maggiori, Menzogna e sortilegio (1948) e L'isola di Arturo (1957), due romanzi di largo respiro, in cui il modello realistico di stampo ancora ottocentesco viene restituito a un'inesauribile produttività di invenzioni. La rivolta anarchica e populistica contro le trame della Storia di cui gli umili sono inconsapevoli vittime ispira l'ambizioso progetto del romanzo La Storia (1974), con cui la Morante spinge la ormai obsoleta poetica del neorealismo ai suoi forse prevedibili effetti melodrammatici, suscitando, oltre a vivaci polemiche, un enorme interesse di pubblico. Ma il più coerente svolgimento della sua ricerca è piuttosto rappresentato dal successivo romanzo Aracoeli (1982), testimonianza ultima di un autentico strazio personale torna al tema prediletto delle relazioni familiari, descrivendo in giustapposizione di tempi diversi un intricato e torbido rapporto madre-figlio.
La storia
La Storia (con la S maiuscola) è la vera protagonista dell’omonimo romanzo di Elsa Morante, capolavoro del 1974, in cui l’autrice è anche narratrice. La Storia ci offre un coloritissimo e variopinto scenario in cui si muovono una coralità di personaggi durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. I protagonisti veri e propri, i membri della famiglia Ramundo, non sono altro che parte delle infinite marionette che si muovono in un contesto di assoluta povertà e miseria. La non più giovane Ida, semplice insegnante elementare, laboriosa e probabilmente epilettica, rimasta vedova, deve prendersi cura di Nino, il figlio adolescente e attaccabrighe, e di Giuseppe, ribattezzato Useppe dal fratello, nato a seguito di una violenza sessuale subita dalla donna da parte di un soldato tedesco, il quale, in stato di ebrezza, ha immaginato un amplesso con la sua prostituta teutonica, ormai lontano ricordo nostalgico. Dopo un excursus sulle vicende della giovinezza del militare e di Ida, La Storia ci racconta la contemporaneità di una Roma inglobata dagli eventi sempre più catastrofici del conflitto, dal suo insorgere fino alla drammatica conclusione e gli strascichi che essa ha inevitabilmente lasciato dietro di sé.
Domenica 03 marzo 2024, ore 11.00
Diego de Silva
parla di
Il giovane Holden
di J. D. Salinger
Diego De Silva è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore italiano.
Classe 1964, si laurea in Giurisprudenza, ma non ha mai praticato la professione di avvocato.
Oltre ad essere uno scrittore, scrive per il cinema, è consulente editoriale, e collabora con alcune testate giornalistiche, alcuni dei suoi romanzi sono stati trasformati in prodotti cinematografici e televisivi. Il film tratto dal suo libro Certi Bambini vince l’Oscar europeo e due David di Donatello
J. D. Salinger
Romanziere statunitense (1919 - 2010). Senza aver completato gli studi universitari, si arruolò nell'esercito e combatté in Europa durante la seconda guerra mondiale. Ai primi racconti apparsi su riviste, tra cui il Saturday post evening, seguì la pubblicazione del suo unico romanzo,The catcher in the rye (Il giovane Holden). Riuscendo a piegare efficacemente il linguaggio giovanile degli anni Cinquanta a un uso letterario diede vita a una vicenda in cui modello picaresco e romanzo d'iniziazione si fondono in un umoristico quadro di psicopatologie del quotidiano, sullo sfondo di una New York indifferente e stralunata. All'enorme successo di questo classico della narrativa seguirono alcune raccolte di racconti incentrate sulle vicende di personaggi ricorrenti che interruppero sporadicamente il silenzio di cui l'autore si era gelosamente circondato. Per oltre cinquant'anni, J.D. Salinger è stato oggetto di un flusso inarrestabile di indagini, ricerche e pettegolezzi. Su di lui sono stati scritti ogni sorta di articoli, illazioni e biografie, una di queste talmente controversa da finire in tribunale. Tuttavia, tutti i tentativi di saperne di più sullo scrittore newyorchese preoccupato in maniera maniacale della difesa della sua privacy, sono stati ostacolati dal muro che Salinger aveva alzato intorno a sé. Il “padre” di
Holden Caulfield, l’autore di uno dei libri più amati, letti e diffusi del ‘900 è così rimasto in gran parte un enigma, sia per il pubblico che per i media.
Il giovane Holden
Due giorni di vita di un adolescente, cacciato dalla scuola, i turbamenti di un ragazzino che si sente impreparato alla vita adulta a cui si sta affacciando, la solitudine e la fragile dolcezza di chi pensa che il mondo sia per lui un altrove. Tutto qui. Eppure... Eppure Il giovane Holden è un libro in qualche modo leggendario, scritto da un autore auto rifugiatosi in un altrove appunto e che, se forse non parla più di tutti noi, parla a tutti noi di quel misto di rabbia, malinconia e spaesamento così presente nelle nostre vite durante l’adolescenza.
Parola a Holden Caulfield dunque:
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non va proprio di parlarne. [...]
Non non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare tutta la mia dannata autobiografia e compagnia bella. Vi racconterò soltanto le cose da matti che mi sono capitate verso natale, prima di ridurmi così a terra da dovermene venire qui a grattarmi la pancia.
Domenica 17 marzo 2024, ore 11.00
Susanna Camusso
parla di
Memorie di Adriano
di Marguerite Yourcenar
Ha iniziato l’attività sindacale nel 1975, durante gli studi universitari in Lettere antiche. Ha diretto la segreteria FIOM prima di Milano e poi della Lombardia e ha fatto parte della segreteria nazionale È stata segretaria generale della CGIL Lombardia; eletta nella Segreteria Confederale Nazionale, vicesegretaria generale vicaria e poi segretaria generale, carica nella quale è stata rieletta dal Congresso nel 2014, ricoperta fino al 2019. Alle elezioni politiche del 2022 è stata eletta al Senato nelle fila del Partito democratico.
Marguerite Yourcenar
Nata a Bruxelles nel 1903 da padre francese e madre belga, Marguerite de Crayencour ha cominciato a pubblicare poesie e brevi prose nel 1921, firmando con lo pseudonimo di Marguerite Yourcenar, anagramma del suo vero nome. Il suo primo romanzo, Alexis o il trattato della lotta vana, è del 1929. Seguono anni di viaggi in Europa e negli Stati Uniti, paese in cui si trasferisce nel 1939. Torna in Europa negli anni '50 e pubblica Memorie di Adriano, considerato il suo capolavoro, in cui ha saputo raccontare la storia e l'essere umano come pochi altri scrittori. Nel 1974 pubblica il primo volume della storia della sua famiglia, Care memorie, di cui Archivi del Nord costituisce il seguito cronologico. Nel 1981 viene eletta, prima e unica donna, tra gli «Immortali» dell'«Académie Française», che peraltro non frequenta, continuando ad alternare i suoi viaggi con lunghi soggiorni negli Stati Uniti, dove ha la sua casa, e dove si spegne il 17 dicembre 1987. Ricordiamo inoltre una ricchissima biografia scritta da Josyane Savigneau: L'invenzionedi una vita: Marguerite Yourcenar.
Memorie di Adriano
Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, ha la forma di una lunga epistola indirizzata dall'anziano e malato imperatore al giovane amico Marco Aurelio, allora diciassettenne, che poco dopo diverrà suo nipote adottivo. Il romanzo dà voce ad Adriano, l'imperatore romano del II secolo, lo fa riflettere sui trionfi militari, sull'amore nei confronti della poesia, della musica e della filosofia, sulla passione verso il giovane amante Antinoo. Giudicando la propria vita di uomo e l'opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell'umano, eredità che gli proviene dai Greci, lo sprona a pensare e servire sino alla fine. "Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo" afferma, personaggio che porta su di sé i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicità e il metodo, fra l'intelligenza e la volontà.
Domenica 07 aprile 2024, ore 11.00
Christine von Borries
parla di
Natura morta
di Louise Penny
Nasce a Barcellona nel 1965. Dopo la laurea in giurisprudenza vince il concorso in magistratura e lavora come pubblico ministero ad Alba, Prato, Palermo e dal 2005 a Firenze. Ha pubblicato con Guanda Fuga di Notizie e Una verità o l´altra. Per Giunti è uscito il primo romanzo con protagoniste le quattro amiche fiorentine, A noi donne basta uno sguardo.
Louise Penny
È nata a Toronto. Ha lavorato a lungo come giornalista, conduttrice radiofonica e televisiva, occupandosi di cronaca e current affair, ma è con la scrittura che raggiunge il successo. I suoi romanzi sono stati insigniti dei più prestigiosi premi letterari dedicati al genere, dall'Anthony Award al Macavity Award. È l'unica autrice ad aver vinto l'Agatha Award for Best Novel per quattro anni consecutivi. I suoi romanzi con protagonista l'ispettore capo Armand Gamache sono tradotti in 31 lingue.
Natura morta
Il romanzo in cui entra in scena uno dei personaggi piú amati del crime internazionale: l'ispettore capo della Sûreté du Québec, Armand Gamache. L’ispettore Armand Gamache giunge sulla scena di una morte sospetta in un paesino a sud di Montréal, Three Pines. Jane Neal, una maestra in pensione che coltivava rose e dirigeva il gruppo parrocchiale femminile, è stata trovata accasciata in una delle foreste che circondano il villaggio. In molti usano arco e frecce per cacciare i cervi e non può che trattarsi di un incidente. Ma Gamache non si lascia ingannare. Dietro la bellezza e la serenità di Three Pines, si agita un che di sinistro. E quello di Jane Neal è stato un omicidio, ne è certo. Adesso non resta che indagare.
Domenica 21 aprile 2024, ore 11.00
Federico Maria Sardelli
parla di
La Trilogia della villeggiatura
di Carlo Goldoni
Federico Maria Sardelli è molte cose: direttore d'orchestra, compositore, flautista, musicologo, pittore, incisore e saggista. È direttore principale dell'Accademia Barocca di S. Cecilia di Roma e ospite regolare del Maggio Musicale Fiorentino, del Teatro La Fenice, della Moscow State Chamber Orchestra e di molti altri teatri. Nel 1984 ha fondato l'Orchestra Barocca Modo Antiquo. Ha registrato più di quaranta dischi per Naïve, Deutsche Grammophon, Sony, Glossa, Dynamic, Brilliant. Due volte nominato ai Grammy Awards (1997, 2000). Ha registrato le prime esecuzioni mondiali di numerose opere inedite di Vivaldi. È membro dell'Istituto Vivaldi della Fondazione G. Cini di Venezia e responsabile del Catalogo Vivaldi (RV). Le sue pubblicazioni musicali e musicologiche sono numerose per Bärenreiter, Olschki, Ricordi, SPES, Sellerio. Il suo romanzo storico L'affare Vivaldi (Sellerio) ha vinto il Premio Comisso per la narrativa ed è diventato un best-seller, tradotto in molte lingue.
Il 28 novembre 2009 la Regione Toscana gli ha conferito il suo massimo riconoscimento, il Gonfalone d'Argento, per il suo eccezionale eclettismo artistico e le sue conquiste culturali.
Nel 2023 fonda a Firenze l'Istituto Giovanni Battista Lulli che si propone di divulgare, studiare e valorizzare la musica di Lulli in Italia attraverso concerti, opere, registrazioni, masterclass e conferenze.
Carlo Goldoni
Carlo Goldoni, commediografo, nasce a Venezia nel 1707. Lascia la sua carriera giuridica per il teatro, raggiungendo il primo successo nel 1734 con la tragedia Belisario.
All’età di quarantun’anni entra a far parte, come poeta drammatico, nella compagnia di Girolamo Medebach di Venezia, rappresentando la sua prima commedia: La donna di Garbo (1743). Per la stessa compagnia e per il Teatro Sant’Angelo, Goldoni scrive numerose commedie, attuando quella riforma stilistica parzialmente cominciata nel 1738 con il Momolo cortesan. Con tale riforma, esposta nel Teatro Comico nel 1751, l’autore si propone di restituire dignità letteraria al teatro, contrapponendo alle buffonesche improvvisazioni della commedia dell’arte un brioso e garbato studio dei costumi della sua commedia di carattere. Prendendo spunto dalla vita quotidiana ne rinnova la trama facendo uso di un linguaggio che evidenzia l’aspetto realistico delle situazioni create dai suoi personaggi, oramai privi di maschere.
Nel 1762 si trasferisce a Parigi a dirigere la Comédie Italienne; diviene poi insegnante di italiano per le figlie di Luigi XV. Muore a Parigi nell’anno 1793. Scrisse oltre 150 lavori in italiano e in dialetto veneziano.
Trilogia della villeggiatura
Opera tra le maggiori del teatro goldoniano, la Trilogia della villeggiatura (1761) rappresenta l’esito più compiuto di una tematica più volte esplorata dall’autore e frequente oggetto della satira settecentesca. Le tre commedie che la compongono mettono in scena, con elaborata struttura narrativa, le circoscritte peripezie di un gruppo di borghesi, dapprima «smaniosi» di andare in villeggiatura, quindi travolti loro malgrado da derive sentimentali e difficoltà finanziarie, costretti infine a un mesto ritorno in città. Col pretesto di porre in ridicolo la smania della villeggiatura dispendiosa, l’ambizione del ceto medio che vuol gareggiare con la ricca nobiltà, il grande affresco della Villeggiatura offre l’impietosa immagine di un mondo borghese dilaniato da egoismi e particolarismi, che nello sviluppo delle proprie contraddizioni ha smarrito la carica vitale e progressista di un tempo. Goldoni se ne distacca con lo stesso sicuro intuito storico e sociale con cui l’aveva difeso ed esaltato nel momento della sua affermazione rivoluzionaria.
Domenica 28 aprile 2024, ore 11.00
Annalisa Cuzzocrea
parla di
Omaggio alla Catalogna
di George Orwell
Nata a Reggio Calabria nel 1974, si è laureata a Roma in Lingue e Letterature straniere, ha poi studiato giornalismo a Urbino e ha fatto pratica nelle redazioni di Tg3, Radio Capital e Repubblica.it. Ha scritto per Diario di Enrico Deaglio, per Il Venerdì e per D. È spesso ospite in trasmissioni televisive di approfondimento come DiMartedì, Otto e mezzo, Piazzapulita. Conduce saltuariamente la rassegna stampa di RadioTre Prima Pagina.
Oggi è Vicedirettore de La Stampa.
George Orwell
Scrittore inglese. Nato nel Bengala, compì gli studi a Eton. Ritornato in India nel 1922, vi rimase cinque anni al servizio della polizia imperiale indiana in Birmania. Questo soggiorno diede lo spunto al suo primo romanzo, Giorni in Birmania (Burmese days, 1934).
Rientrato in Europa, il desiderio di conoscere le condizioni di vita delle classi subalterne lo indusse a umili mestieri nei quartieri più poveri di Parigi e di Londra, esperienza che narrò in Senza un soldo a Parigi e a Londra (Down and out in Paris and London, 1933).
Nel libro inchiesta La strada per Wigan Pier (The road to Wigan Pier, 1937) descrisse con amaro verismo la vita dei disoccupati. Partecipò alla guerra civile in Spagna, combattendo nell’esercito repubblicano; in Omaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia, 1938) emerge una posizione duramente critica nei confronti del partito comunista spagnolo e dell’Unione Sovietica, accusati di aver distrutto la sinistra anarchica favorendo la vittoria dei falangisti. Violentemente contrario ai metodi staliniani, scrisse una satira brillante e dolorosa del comunismo russo in La fattoria degli animali (Animal farm, 1945); infine, portando alle estreme conseguenze la sua avversione a ogni tipo di totalitarismo, diede nel suo ultimo romanzo, 1984 (id, 1949), un’immagine avveniristica, tanto terrificante quanto plausibile, della società mondiale. Orwell lasciò anche saggi originali su argomenti di critica letteraria e di sociologia.
Omaggio alla Catalogna
Qualche mese dopo l’inizio della Guerra civile spagnola, lo scrittore e giornalista britannico Eric Arthur Blair, noto con lo pseudonimo di George Orwell, si reca a Barcellona con l’intenzione di scrivere degli articoli sulla drammatica situazione del Paese Quasi subito, però, si unisce ai repubblicani, entrando a far parte delle milizie del poum. Dopo l’addestramento alla caserma Lenin, arriva la guerra di trincea, arrivano i combattimenti al fronte, finché durante un assedio viene ferito in modo grave; a quel punto torna a Barcellona e da lì si sposta poi in Francia. Dall’esperienza della guerra vissuta in prima persona nasce questo libro che è un diario, una cronaca quotidiana dei giorni trascorsi in Spagna, ma anche una eccezionale testimonianza della guerra contro Franco e del conflitto interno alla sinistra. Un racconto in presa diretta improntato alla semplicità e all’immediatezza, che si caratterizza come unico per la sua impareggiabile qualità narrativa, tanto da poterlo definire il punto generativo dei suoi due libri più celebri, La fattoria degli animali e 1984, dedicati alla critica dei totalitarismi moderni.
A cura dell'ufficio stampa del Libro della Vita