Il vignettista, fumettista e giornalista scomparso nella mattina di sabato 21 ottobre 2023 all’età di 83 anni, è stato Presidente dell’istituzione Scandicci Cultura dalla sua fondazione nella seconda metà degli anni Novanta a metà degli anni Duemila; I pensieri dei successori.
Teresa Megale
“Il Signore di Scandicci”
Con la scomparsa di Sergio Staino, Scandicci perde il suo cittadino più illustre, il più critico, sicuramente il più noto. Amabile, generoso ma estremamente esigente, Staino ha interpretato la coscienza critica di un comunista antico e combattente. Di madre toscana e di padre lucano, acuto e spesso intransigente, l’inventore di Bobo, a cui per sempre sarà legato il suo nome, è stato un intellettuale organico, un architetto di formazione che ha solcato molti mondi, nei quali ha spaziato da protagonista: la satira politica, il fumetto, di cui è stato maestro, la musica, il teatro, la canzone, persino il cinema e la Tv, con Teletango, la trasmissione in cui rifluiva la sua esperienza del settimanale satirico Tango. La direzione del Teatro Puccini e il premio Tenco, la responsabilità del quotidiano «l’Unità» e gli impegni istituzionali come la presidenza di Scandicci Cultura sono stati vissuti con rigore e con il desiderio di lasciare un segno che si imprimesse nel sociale, oltre l’ambito culturale.
Artista dal cuore d’oro, ha messo il suo talento al servizio della politica attiva fino agli ultimi tempi, prendendo sempre parte, schierandosi e rischiando in prima persona. La sua matita ha commentato ogni giorno i principali avvenimenti politici, non rinunciando a prese di posizione talvolta scomode e mai di compromesso. Vignettista ricercato per il sarcasmo e per la capacità di aggredire l’ovvio, ha fatto cadere stereotipi e saltare facili acquiescenze. Il disegno è stato sempre la sua arma, a cui non ha mai rinunciato anche quando la vista lo ha definitivamente abbandonato. Fulminanti molte delle sue vignette, imperdibili per quanti lettori aprissero per molti anni «l’Unità, prima di passare su altri giornali. Con il suo autobiografico Bobo è riuscito a sondare le contraddizioni della sinistra e rendere eloquenti la crisi, le delusioni e le sofferenze di quanti professano un mondo di valori aggrediti dal conformismo. Possedeva relazioni infinite e aveva un’agenda che poteva competere forse solo con quella di Gianni Minà. Ha saputo spargere la sua amicizia così come il suo spirito corrosivo e creare una vera e propria famiglia allargata, che ha saputo alimentare fino alla fine. “Il Signore di Scandicci”, signore del pensiero libero, si saluta con il pugno della mano sinistra alzato e con la matita nell’altra.
Aldo Frangioni
“Ciao Sergio, Bobo ti sopravvive”
La scomparsa di Sergio Staino crea un altro vuoto nel mondo intellettuale e possiamo aggiungere politico del nostro Paese. Il suo Bobo, da quando apparve su Linus nel 1979, ha accompagnato le miserie e le ricchezza della sinistra italiana con alta ironia e dolcezza. La famiglia del personaggio, apparentemente collegabile a quella del suo disegnatore, è stata specchio per tutta la politica e non solo quella di sinistra. L’attenzione e la sensibilità che aveva per Scandicci non era di un semplice residente ma di un cittadino militante. La sua partecipazione e collaborazione alle tante attività era riferimento per tutti gli scandiccesi, ed essendo uomo di fama nazionale, la sua disponibilità per gli eventi cittadini era ancor più apprezzata. Nel periodo in cui aveva assunto una responsabilità amministrativa, in qualità di Presidente di Scandicci Cultura (l’azienda speciale che curava tutte le attività culturali del comune) aveva contributo ad accrescere l’identità di Scandicci che, accanto ai vari sindaci che dall’80 in poi si sono succeduti ad amministrare la città, si è trasformata da periferia di Firenze a comunità autonoma e coesa. Quando gli sono succeduto alla carica di Presidente di Scandicci Cultura la mia prima preoccupazione è stata quella di mantenere l’alto livello del Teatro Studio e di tutte le altre attività al punto in cui lui le aveva portate. Se in parte ci sono riuscito è anche grazie a lui. Buon viaggio Sergio. Quindici giorni fa avevi fatto esprimere a Bobo, dal bordo di un dirupo con davanti l’orizzonte, uno dei suoi pensieri più belli: “sono il raccattapalle del mio destino”. Siamo tutti dei raccattapalle, ma in campo chi gioca? Questo Bobo-Sergio non ce lo dirà.
Andrea Franceschi
Lavoriamo affinché questo momento sia un passaggio che lasci un segno duraturo in città, ricordando la presenza di Sergio attraverso uno spazio o attraverso una fondazione. Sergio Staino amava Scandicci, leghiamo sempre più il nome di Scandicci a quello di Sergio Staino.